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martedì 21 dicembre 2010

La Pro Loco e l'Amministrazione Comunale organizzano l'incontro con l'autore



“Il nostro concittadino Faggiano è un poeta nativo, poeta d'impulso che ha voluto trasmetterci una parte della ricchezza del suo mondo interiore. Ha lanciato una voce nel silenzio, fornendo il suo contributo nell'annaspante dinamismo della nostra comunità. Fosse solo per questo, allora Pietro Faggiano è sicuramente creditore della nostra attenzione e della nostra considerazione”.

Antonio Scandone

venerdì 19 novembre 2010

Martedì 23 Novembre - Finale di X-Factor su Maxischermo



 

Martedì 23 Novembre, alle ore 21:00, in occasione della finale di X-Factor, il popolare reality show che vede la partecipazione del salicese Davide Mogavero, la Pro Loco di salice mette a disposizione i propri locali per la proiezione su maxischermo della trasmissione.

 

Tutti i cittadini sono invitati a partecipare. Sosteniamo il buon Davide che ha dimostrato talento canoro e scenico.

 

Per maggiori informazioni si prega di contattare il Forum Giovani di Salice Salentino:

 

Pagina Facebook del Forum Giovani

giovedì 23 settembre 2010

Passeggiata d'autunno in bici!

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La Pro Loco di Salice Salentino organizza una fantastica passeggiata in bici per le strade della campagna  salicese, a contatto con la natura e i profumi dell’autunno.



La Pro Loco  ancora una volta sollecita sensibilità ed attenzione  di tutti nei confronti di un tema così delicato come quello della salvaguardia del nostro ambiente. Fate in modo che tali sforzi non rimangano disattesi;  partecipate in massa all'evento!!!



L'occasione sarà ottima per trovare nuovi amici, tenersi in forma, respirare aria pulita e sopratutto lanciare un messaggio a tutta la cittadinanza.



Domenica prossima, 3 ottobre 2010, con partenza alle ore 9:30, si svolgerà la Passeggiata in bici attraverso la campagna, le masserie,i casolari e le aziende agrituristiche di Salice Salentino.



Sarà una giornata all'insegna dell'amicizia e  del divertimento nel rispetto più assoluto dell'ambiente. La manifestazione non è agonistica ed è aperta a tutti.



Il raduno è fissato presso la Piazza Fitto a Salice Salentino, alle ore 9:30.



Durante lo svolgimento della manifestazione, si svolgeranno per i più piccoli delle attività di intrattenimento inerenti al mondo della bici.



Alla fine della pedalata sarà possibile recuperare le energie impiegate con il  buffet allestito dagli amici della Pro Loco di Salice; seguirà l’estrazione di numerosi e ricchi premi a favore dei partecipanti regolarmente iscritti. In caso di tempo avverso la passeggiata sarà rinviata a domenica 10 ottobre.

domenica 11 aprile 2010

Non solo mare - Percorsi tra masserie, natura e storia



Le masserie presenti sul territorio pugliese e in particolar modo  le costruzioni nell'area salentina presentano caratteristiche comuni e grosso modo similari.Tra i numerosi edifici dello stesso tipo, i tratti distintivi della masseria tradizionale sono facilmente riconoscibili.

La masseria mantiene lo stile dei modelli ottocenteschi e incarna il passaggio dalla masseria cinquecentesca di campo e di pascolo alle moderne tenute agricole. Le qualità distintive degli edifìci rurali sono il risultato della millenaria convivenza delle attività dell'uomo con il paesaggio agricolo ed il protrarsi di elementi arcaici in edifici moderni testimonia l'antico legame che tuttora li unisce. Attualmente le masserie tradizionali, fino a qualche anno fa abbandonate all’incuria e al degrado, per il progressivo  spopolamento delle campagne, riacquistano nuovo lustro attraverso la riconversione in Aziende Agrituristiche.

II territorio modificato dall'agricoltura e la macchia mediterranea si uniscono per dar vita ad un ambiente che ne potenzia le peculiarità tipiche. A tale proposito tutte le masserie della zona portano i segni delle modificazioni a cui il paesaggio agricolo è stato sottoposto nel corso dei secoli. All'estemo dell'edificio vengono disposti orti e giardini per curare lo studio e la salvaguardia della macchia mediterranea e delle specie arboree locali. La masseria tipo e l'edificio rinnovato si uniscono nello sforzo di farsi portavoce della coscienza popolare e dei suoi retaggi culturali. La masseria preesistente viene adibita ad agriturismo divenendo il mezzo per far conoscere agli utenti che vi sono ospitati le tradizioni riguardanti la preparazione, la trasformazione dei cibi, degli utensili e i luoghi impiegati per compiere queste operazioni. All'intemo del cortile è a volte inserito un mercato per la vendita dei prodotti coltivati negli orti.

Per completare la conoscenza delle consuetudini del luogo da parte di un generico utente che utilizza questi servizi per un tempo limitato vengono organizzate manifestazioni e visite sul territorio circonvicino.

La Comunità Europea ha riversato interesse nei confronti della salvaguardia ed il recupero delle tipicità regionali. Gli incentivi di carattere economico sono stati distribuiti alle varie località attraverso il programma Leader II. Le masserie ricadono in quest'area di interesse e come tali sono soggette a questi finanziamenti. Le masserie sono state l'anima pensante dei grandi latifondi. Esse sono un'espressione dell'architettura spontanea che si è evoluta in parallelo con la geografia agraria. L'importanza storica delle masserie, osservate semplicisticamente come edifici a se stanti, non è sufficiente se non viene integrata con l'inserimento delle stesse nel complesso mondo agricolo in cui sono inserite. Ad una mancanza totale dei rilievi delle masserie si accompagna una superficiale individuazione territoriale delle stesse, a causa della mancanza della loro indicazione  sulle mappe geografìche.

La Pro Loco di Salice Salentino è lieta di invitarvi a partecipare alla 3° Pealata "Per Masserie" che si svolgerà il giorno 1 Maggio 2010, per vivere una giornata alla riscoperta elle masserie  e a contatto con la natura.






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Per le iscrizioni rivolgersi alla Pro Loco, presso Convento Frati Minori, via Umberto I Salice Salentino

mercoledì 3 marzo 2010

2° MEMORIAL "Pino De Giorgi" 21 marzo 2010 ore 10:00 - Salice Salentino

Per tutti coloro che vogliono vivere una giornata all'insegna dello sport e dell'amicizia,valorizzando l'ambiente e riconquistando spazi cittadini, è aperta  la  corsa non competitiva di 6 chilometri,da percorrere di corsa leggera o anche passeggiando, nel ricordo del compianto Pino De Giorgi, che di questa " passeggiata benessere" aveva fatto una propria bandiera da condividere con gli altri.


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venerdì 29 gennaio 2010

"Ricordi e Racconti - Alla ricerca del paese perduto" presentazione a cura del Prof. Gino Giovanni Chirizzi

Ricordi e racconti


Alla ricerca del paese perduto


di Ciccio Innocente - Ninì Urbano - Antonio Scandone



p r e s e n t a z i o n e


Salice Salentino, Chiesa Matrice dell'Assunta,


lunedì 4 gennaio 2010, ore 18





Ben volentieri mi trovo a conversare con voi in questa bella Matrice di Salice, in un paese che è in debito con me: nel 2000, infatti, gratis et amore Dei pubblicai Salice nel Cinquecento, uno studio fondamentale per chi voglia approfondire di quel secolo così lontano la vita locale (Chiesa e pietà popolare, Università e popolazione, Baronia). Pur avendolo allora sufficientemente diffuso, pochi ne sono a conoscenza, anzi ignora questo testo financo la bibliografia salicese inserita in Internet.



Ma bando alle lamentele. E passiamo subito all'esame del volume di questa sera.

Una prima considerazione: si dice spesso dobbiamo guardare al futuro, dobbiamo costruire il futuro; ma contemporaneamente ci rendiamo conto che bisogna tener salde le radici. Difatti -l'ho sempre sostenuto- dalle radici parte la linfa che nutre l'albero e lo fa crescere: senza le radici, dunque, l'albero -e fuor di metafora il futuro- non dà foglie, né frutti…

Il libro che presentiamo stasera, Ricordi e racconti, Alla ricerca del paese perduto, risponde appieno a questa pressante esigenza: è una raccolta che, nel riproporre il passato alla maniera di Marcel Proust (À la recherche du temps perdu), si proietta al futuro, si rivolge alle nuove generazioni.



Vi troviamo quadretti, medaglioni e saggi di agile lettura; è un testo che, pur peccando a volte di sviste e refusi tipografici, riesce a coinvolgere e a suscitare grande interesse. Del resto esso accomuna gli sforzi di tre vostri concittadini, fra loro uniti dall'amore per il borgo natìo, pieni di entusiasmo e di voglia di registrare (e comunicare) ai compaesani le vicende minori di un passato altrimenti per sempre perduto. E questo è il loro merito principale.





Nell'opera la parte del leone è di Ciccio Innocente, il quale si offre al lettore con ben 18 pezzi: questi, scaturiti dall'appassionata consultazione di tanti atti dell'archivio parrocchiale, costituiscono una ricca antologia in cui, in maniera sempre spigliata -se non esuberante e a volte con eccessiva fantasia- si susseguono e si sgranano come un rosario curiosità, fatterelli, episodi spiccioli, personaggi, ambienti, insomma la cronaca minore soprattutto del Sette-Otto-Novecento salicese.



Dopo il perentorio suo invito iniziale a creare in loco un museo delle tradizioni locali (di cui riporta un'ampia raccolta di termini idiomatici), ci parla del castello (il cui piano superiore ebbe a crollare nel devastante terremoto del febbraio 1743 -non del 1744!-), dei mercanti girovaghi con le loro voci e suoni; racconta dell'albero del diavolo nella contrada Santu Larienzu e di uno scherzo di cattivo gusto dei tempi andati, ma pure delle anime che escono a mezzanotte in un'atmosfera irreale e piena di tensione e mistero; rivisita gli anni della fame e della miseria con lo sfarinato d'orzo che impastato e cotto diventa lu squajatu; i giorni della siccità, le superstizioni e la processione della statua di S. Francesco con la solita acciuga in bocca e vere e finte penitenze propiziatrici; tratta del convento, prendendo spunto -come è prassi- dagli storici locali Quarta e De Nisi (con i loro testi ufficiali -direi sacri- ma ormai datati e forse per molti aspetti superati e con qualche errore, specie quello del copertinese Quarta): ad ogni modo, io pure mi sono occupato del convento nella mia Salice nel Cinquecento, proponendo inedite notizie d'archivio.



Ciccio Innocente ci informa, poi, della fortuita scoperta dello scheletro di un giovane sepolto fuori dalla chiesa: crede di poterlo identificare con un brigante…; ci fa sapere dell'acchiatura, un tesoro scovato nel pozzo te li quaji, che arricchisce una famiglia; riporta alla memoria due preti d'altri tempi, due macchiette, Papa Tore e Papa Pici (quest'ultimo dedito a prestiti di danaro ai conterranei in difficoltà).



Ma Ciccio si commuove -e ci commuove-, nel pezzo "Raccogliendo cicorie" dinanzi alla morte per avvelenamento della quattordicenne Lazzarina e ricorda la fiera del '43, bruscamente interrotta dai bombardamenti.



Ritrova quindi le proprie radici in un contratto di matrimonio -del 1670- (con relativa dote) riguardante un suo antenato: a questo proposito mi sia permesso evidenziare che già nei notai del Cinquecento si conservano elenchi dotali, cioè di pannine, come le nostre nonne definivano i corredi ancora qualche decennio fa. (Sempre nella mia Salice nel Cinquecento ne ho riproposti taluni degli anni 1562-71).

Ancora il nostro Ciccio, nel brano "Tata mia", prende atto con grande sofferenza della mortalità specie infantile dei secoli passati, quando inopinato morbo improvvisamente si passava da questo all'altro mondo; ricostruisce la storia plurisecolare delle campane di questa Matrice; racconta di un altro tesoro (fatto di tredici sacchetti di monete) rubato ad una famiglia benestante; e, infine, rivede per noi le decorazioni pittoriche settecentesche dei vari settori del controsoffitto della chiesa in cui ci troviamo stasera.



Al sottoscritto, professore pignolo, spiace però che qualche parte in lingua latina (peraltro da me per lui decifrata e chiarita) sia stata riprodotta con vari errori (imputabili all'editore o ad altri); e che, nel contratto di nozze, la conclusione nulla abbia a che spartire con il resto della scrittura notarile. La fretta di presentare l'opera in periodo natalizio forse ha avuto il sopravvento… sarebbe  opportuno inserire un'errata corrige!

Ad ogni modo, è certamente doveroso rimarcare i tanti meriti di Ciccio Innocente, soprattutto la sua tempra di ricercatore tenace e attento e il piacere di divulgare le sue scoperte, con un linguaggio normale, semplice ma gradevole.





Tre i contributi di Ninì Urbano. Sorprende la sua espressione sempre scorrevole, ricca di sfumature, di penetranti osservazioni, molto avvincente: con pennellate rapide ma vivaci e puntuali l'autore ritrae una umanità dolente, spesso ingenua e sottomessa, povera materialmente e spiritualmente; in particolare i personaggi da lui descritti s'imprimono nella mente, ci turbano e comunque ci fanno riflettere.



Il primo brano è intitolato "Dindò" e narra di un vecchio "disgraziato martire" della "innocente ferocia" dei ragazzi del paese negli scorsi anni Cinquanta: è "ricco di null'altro se non di solitudine".

Deriso e maltrattato in vita, alla sua morte tutti ammutoliscono e inavvertitamente scoprono… d'avergli voluto bene.



Sul palco di questo pirandelliano teatro popolare compare subito dopo un altro tipo, fra Giovanni, chiamato "Domai, domai" (cioè "Domani, domani") per le battute da lui usate in risposta alla domanda di santini da parte dei fanciulli: un frate del locale convento, 'nu monico cercantino, lui pure senza tempo, umile anzi insignificante, "sorridente, silenzioso, non visto". "Chi si umilia, sarà esaltato" sembra di leggere fra le righe.



Il trittico si completa con le scene familiari e paesane di "Lu pane fattuccasa", in cui con voluta nostalgia si rievocano tutti i rituali annessi e connessi alla cottura del pane.





Chiude l'opera un'altra trilogia, quella di Antonio Scandone che, con una prosa ampia e ben articolata, sempre chiara e senza fronzoli, ci dà la ricostruzione lucida di episodi e situazioni di vita vissuta, di vere e proprie tragicommedie…



Ci ritroviamo dapprima in pretura per assistere -noi pure- al processo per… un furto di fichi, compiuto in agro di Salice alla fine dell'Ottocento, protagonisti due campioti: si tratta di un episodio già pubblicato e da me letto con gusto nella locale rivista "Il Salice".



Ancora "L'acchiatura" è l'argomento del secondo brano: vi si racconta del rinvenimento pure casuale di un tesoretto di monete antiche. Ed, egualmente in esso, il dialogo ideale tra documenti, luoghi e memoria "forma il tessuto e la trama di quel prodotto della cultura umana che è sempre la Storia" -sostiene Scandone-, così come -aggiungo io- la microstoria, la piccola storia o storia locale.



Interessantissimo, infine, il terzo saggio sulle Vie di Salice nell'Ottocento. Esplicitamente l'autore confessa d'aver desunto gli odonomi dai volumi del Quarta e del De Nisi, ma pure dallo Stato civile comunale.

Forse qualche ipotesi interpretativa (per esempio, di tipo glottologico -viro / januarius-) non è condivisibile, ma la ricostruzione appare senza dubbio di notevole valore.



E, visto che in appendice lui cita alcune indicazioni toponomastiche cittadine (presenti nella mia Salice nel Cinquecento), voglio ricordare che in quell'importante mio studio riporto solo toponimi relativi -in particolare- al capitolo "Le istituzioni di cristiana solidarietà".

Esorto perciò Scandone o altri studiosi a recarsi nell'archivio di Stato di Lecce o nell'archivio diocesano di Brindisi -biblioteca "De Leo"- per analizzarvi, purtroppo con lunga e solerte pazienza di mesi e di anni, rispettivamente (a Lecce) gli atti dei notai salicesi del Cinquecento -D'Oria, Grasso, Capuzzello- e (a Brindisi) i documenti della stessa epoca. Se vorranno affrontare tale improba fatica, avranno la soddisfazione di venire a conoscenza della toponomastica più antica di Salice (dell'abitato e del territorio) e con facilità potranno confrontarla con l'attuale.





Con questo invito, termino: non voglio più oltre tediarvi. Vi ringrazio per la cortese attenzione, saluto i tanti cari amici e vi auguro un felice anno 2010!














Gino Giovanni Chirizzi

domenica 17 gennaio 2010

Ricordi e Racconti - alla ricerca del paese perduto



Salice Salentino Lunedì, 4 gennaio 2010, ore 18:30 - Nella Chiesa S. M. Assunta presentazione del libro “RICORDI E  RACCONTI - Alla ricerca del paese perduto” degli autori: Ciccio Innocente, Ninì Urbano, Antonio Scandone – Edizioni Publigrafic Trepuzzi.

Sono presenti all’appuntamento gli autori, i relatori - Prof. Gino Giovanni Chirizzi, studioso e ricercatore di storia patria e autore di numerose opere di storia  di comuni del Salento; il Prof. Paolo Agostino Vetrugno, docente di Storia  dell’Arte Moderna e autore di  diversi saggi  su opere d’arte del nostro territorio; il  Sindaco di Salice, Dott. Donato De Mitri, l’Assessore alla Cultura Dott. Francesco Fina e numerosi  interessati spettatori.

Il Presidente della Pro Loco, Prof. C. Giuseppe Margarito saluta brevemente tutti gli intervenuti e sottolinea l’eccezionalità dell’appuntamento e dell’occasione offerta dal libro succitato per una piacevole riflessione su “come eravamo“ qualche decina di anni fa’, che permette di riannodare i legami col recente passato e per interpretare in modo giusto il presente.

Il  Prof. Chirizzi analizza i vari racconti del libro - che riportano notizie attinte dalla tradizione orale e anche da fonti storiche rigorose - collocandoli in un contesto storico più ampio, ma non trascura interessanti raffronti tra le abitudini, i costumi e i rapporti tra la gente di qualche anno fa’ e oggi.

Il Prof. Vetrugno coglie nei racconti di C. Innocente, N. Urbano, A. Scandone lo spunto per proporre l’istituzione di un museo delle tradizioni popolari, che possa conservare traccia permanente di arti e mestieri e modi di vivere in via di estinzione.

Il Prof. Carlo Vetrugno  invita alla lettura leggendo un gustoso racconto di C. Innocente sul “contratto“ di matrimonio e sulla suddivisione della dote.

Concludono la serata gli interventi del Sindaco, dell’Assessore Fina e di alcuni spettatori che  apprezzano il lavoro svolto dagli autori e auspicano altre occasioni di incontro sui temi delle tradizioni popolari e della storia di Salice.

Il libro è disponibile presso i locali della Pro Loco, presso il Comune di Salice o si può richiedere all’indirizzo e-mail  prolocosalice@gmail.com.

Alcune foto dell'evento sono presenti al seguente indirizzo: CLICCA PER VEDERE LE FOTO